Presentazione ed appendici a diario e memorie

11.11.2005

Lettera per Mario di Ilvo Barbiero


A Mario

Parlava poco Mario, nelle 11 riunioni mensili nelle quali ci siamo regolarmente incontrati per 7 anni, dal 1997 fino alla improvvisa e drammatica malattia che lo ha portato via anche alla nostra Associazione Culturale Valbormida Viva.
Ma quando parlava le sue erano parole pesantissime.
Rimane inchiodata nella mia mente la riunione nella quale, in un periodo di pessimismo, nel 1997, dovuto alla scarsità di volontari per la nostra Associazione, e si discuteva di cessare l’ attività, Mario ha chiuso la discussione con un secco e definitivo: “Dureremo almeno un giorno in più dell’ ACNA”.
Così è stato e con lui siamo ancora durati 5 anni più dell’ ACNA.

Ma anche solo un anno fa, quando scherzosamente, dopo che erano stati riconosciuti ai lavoratori ACNA i giusti benefici economici per i danni alla salute subiti, e si parlava di richiedere, come dopo le guerre vere, anche a noi reduci della guerra vinta contro l’ ACNA un beneficio pensionistico per gli anni di impegno, e ognuno di noi presentava il suo curriculum, chi 17 anni, chi 27 anni con qualche interruzione, egli ha steso tutti con “Io ho combattuto per 48 anni”.
Ed è vero, oltre ogni limite massimo di benefici calcolabili ai fini pensionistici INPS o di altri Enti.
Perché Mario, di Gorzegno, come è scritto nelle sue memorie, partecipava già da bambino con la sua famiglia alle manifestazioni contro l’ACNA degli anni cinquanta.

Lotte che hanno avuto una grossa influenza sulla nascita del nuovo movimento nel 1987. Quando nella primavera del 1987 ho incontrato per la prima volta Massimo Salamano e mi ha consegnato l’ opuscolo da lui curato “Una sporca faccenda” , contenente una breve storia della vicenda già allora vecchia di 105 anni e tante pagine di dati scientifici sull’ inquinamento, pur essendo un ingegnere chimico, i fatti che più mi hanno indignato sono stati gli arresti dei contadini di Gorzegno, dove anch’io ho avuto zii che abitavano vicino a Mario, che visitavo dopo una lunga camminata nei boschi sulla Langa.
Di lì è sorta la forza che ha generato la lettera-programma con i punti chiusura dell’ACNA, bonifica del sito con lavoro per gli ex addetti e il piano di rilancio economico su nuove basi, che poi è stata sottoscritta dal gruppo dei fondatori dell’ Associazione per la Rinascita della valle Bormida: il piano strategico del movimento in parte ora realizzato.
Così come i primi 4 manifesti del movimento dove l’ ACNA per la prima volta veniva ridicolizzata e se ne annunciava la certa vicina chiusura ad opera del movimento, e le motivazioni per la creazione dello stretta alleanza tra l’ Associazione e i sindaci locali stipulata a Monastero Bormida.
Semplicemente e brutalmente: cancellazione della gravissima ingiustizia subita dai contadini di Gorzegno, che hanno pagato per chiedere fondamentali elementi di giustizia e di sopravvivenza e puniti da una potentissima allenza grande industria-Stato vergognosa in uno Stato Democratico uscito da poco da una Dittatura che aveva già mandato a morire tanti giovani di Langa e da una guerra civile che ha visto scritto in Langa le sue pagine più epiche ed universali nel tempo e nello spazio i grazie a Beppe Fenoglio e ad altri scrittori.
Ecco per chi lo vuole sapere le vere origini e motivazioni della guerra della valle Bormida: semplice e brutale vendetta ora che si poteva mettere in campo anche una cultura scientifica, economica, politica, giornalistica ben presente in loco, ma anche voglia di giustizia, voglia di vivere in un Paese veramente democratico, dove la giustizia è vera e non a servizio del più forte, voglia di vivere in un mondo più pulito dove i politici hanno le mani pulite, e un semplice obiettivo di pulire l’ acqua di un fiume di una piccola valle in un piccolo angolo di Stato farà comunque diventare il pianeta un po’ più pulito.
Chi salva anche un solo fiume salva un po’ tutta la Terra-Gaia.

Dopo 12 anni, stranamente, mentre normalmente vale la regola che le vittorie hanno tanti padri e le sconfitte nessuna, proprio all’ opposto, nella valle Bormida, Mario ed io, che in quegli anni siamo stati inseparabilmente insieme alle riunioni pubbliche concernenti il caso per raccogliere documenti, testimonianze e tenere il piede pronto a schiacciare la testa del serpente se c’erano sintomi che volesse rialzare la testa, quasi da soli, con un numero totale di persone che si contano sulle dita di una sola mano, siamo andati a incassare la vittoria e a vedere gli obiettivi raggiunti dentro l’ ACNA nell’ autunno del 2003, come anche racconta Mario in un capitolo della sue memorie.
Incredibilmente anche senza giornalisti almeno locali, in sconvolgente contrasto con le migliaia di persone che hanno partecipato per anni alle manifestazioni di protesta, Mario ed io eravamo in prima fila nel piccolo autobus che percorreva l’ intero sito dell’ ACNA ferma e in smantellamento, con 450 lavoratori addetti alla bonifica, più di quelli che lavoravano negli anni in cui produceva ancora, con uomini in tuta bianca integrale e maschere come quelle di seveso e dei film hollywoodiani, decine di camion che spostano i rifiuti dalla riva del Bormida e dalla base del presidio all’ interno del sarcofago già richiesto al convegno di Cortemilia del marzo 1988, gru enormi e impianti sofisticati che aspirano il liquame nero dei lagoons, lo concentrano, essicano la parte solida, la insaccano e la caricano sui vagoni del treno fermo alla stazione ACNA (ma verranno piombati prima di partire? Penso prorio di sì), che poi partiranno per la Germania.
Il progetto realizzato che ha trovato l’ alternativa all’ inceneritore e battuto l’ ACNA, smentendo l’ intero Parlamento Italiano secondo cui invece non c’era alternativa al RE-SOL; il progetto proposto nel 1994 e ancora nel 1996 a Edo Ronchi dall’ Associazione Culturale Valbormida Viva, l’ Associazione di cui anche Mario è anche stato presidente per un anno, per tenerla in vita, anche se le poltrone erano proprio al di fuori della sua sfera di interessi.
Mario che aiutava il Commissario nominato dallo Stato a tenere aperta la planimetria dello stabilimento mentre ci indicava i lavori già fatti e quelli programmati.
Uno Stato che ora non aveva più l’ aspetto inquietante delle forze dell’ ordine che arrestavano i contadini con i buoi nella strada, ma quella del Commissario Leoni, finalmente una persona onesta e preparata come tutti gli uomini al Servizio dello Stato e quindi di tutti noi, dovrebbe essere. Mentre i dirigenti dell’ azienda che aveva usato il proprio strapotere tecnico-legale per vincere i processi in cui i suoi inquinanti diventavano fertilizzanti, rispondevano gentile e disponibili alle nostre richieste di chiarimento, anche all’ abitante di Gorzegno che in pantaloncini corti aveva visto arrestare i suoi parenti.
E ancora opere e costi incredibili, interi capannoni che non contenevano macchinari ed impianti, ma solo terra evidentemente inquinata, una enorme vasca per liquidi interamente fuori terra e sorretta da mastodontiche colonne di cemento armato perchè così sarà stato chiesto per non inquinare il suolo, del resto già imbottito di rifiuti, da qualche commissione zelante su questi infinitesimi particolari.
Monumenti al Potere che pur di non perdere la faccia e cedere a chi lo contesta, in quanto sarebbe distrutto, mette in campo e spreca una quantità pazzesca di risorse economiche mentre la valle Bormida stremata aspetta di essere ripulita e risarcita.

Ma soprattutto l’ acqua spruzzata in tante zone, ad evitare che la tossica ACNA si sollevasse e andasse in giro per il mondo proprio come i suoi rifiuti; la realizzazione dell' auspicio urlato nelle manifestazioni:

“ACNA, DI MERDA,
CHE IL VENTO TI DISPERDA,
SE NON CI PENSA IL VENTO,
CI PENSA IL MOVIMENTO”.


L’ apoteosi per Mario e per me, la consapevolezza che ogni ora, ogni minuto, impegnato nella quasi proibitiva opera di fare ridiventare pulita la valle Bormida erano serviti ed avevano raggiunto lo scopo prefissato. Non capita spesso nella vita e nel mondo per cose così importanti e quasi impossibili, e peccato per chi non c’era.

Ma noi rappresentavamo tutti, sia quelli che parlavano con il potere, scrivevano ed apparivano sui media, sia quelli che lavoravano perché la macchina organizzativa alla base di tutto il movimento funzionasse alla perfezione. Tutte le proteste delle generazioni ancora in vita, dai contadini di Gorzegno con Mario, a “Gente e Fabbrica” degli anni settanta per cui traducevo i dati scientifici dall’ inglese, e naturalmente il movimento dell’ Associazione per la Rinascita della valle Bormida, finito un po’ in crisi nei secondi anni novanta dopo lo sforzo immane compiuto, e l’ Associazione Culturale Valbormida Viva che con calma e determinazione, coesione, apertura a tutti, correttezza umana ed organizzativa, ha portato pochi colpi ma bene assestati e tante proposte nei secondi anni novanta, quelli decisivi.

Ecco Mario, le mie impressioni sulla visita all’ ACNA, che mi avevi tanto insistentemente chieste, le ho scritte ora; ma penso che il ritardo sia un po’ giustificato, perché ormai da tanti anni scrivere su questa sporca faccenda mi costa una fatica immane, perché ci avevo già scritto su letteralmente centinaia se non addirittura migliaia di pagine, per cui continuare ancora può apparire non un impegno, ma una mania.

Ma di certo avrei tanto voluto, e dentro di me ne ero assolutamente convinto, e forse anche tu, che invece di scrivere queste parole in memoria, noi potessimo ancora lavorare (per essere sincero negli ultimi anni quasi solo tu) almeno 10 anni, insieme, per il “Centro di Documentazione Patrizio Fadda”, nato perché l’ incredibile storia della valle Bormida non fosse dispersa o conosciuta con troppe distorsioni, ma anche potesse servire come simbolo ed aiuto in altri luoghi ed in altri tempi. Infatti poche persone lo hanno fisicamente usato, ma hai fatto in tempo ad aiutare tesisti e lo scrittore Alessandro Hellman, che ti ha dedicato il suo libro, e che con le pagine scritte e lo spettacolo teatrale, che potrà in futuro diventare anche televisione e cinema, raggiungerà almeno migliaia e forse milioni di persone.

Certo con gli altri Associati facevamo un bel team, all’ inizio c’erano quelli che sapevano usare carta e penna, e quelli che sapevano usare le mani per costruire e fare, ma poi in realtà Mario, non so quanto ispirato dal dovere comunque usare il computer per l’ Associazione, ha cominciato a fare tutto, non solo occuparsi degli aspetti pratici, ma ha anche cominciato a scrivere le proprie memorie, aggiungendo un altro talento ai bellissimi presepi ed opere in ferro battuto e alle sculture in legno.

Mario ed io eravamo diventati ottimi amici anche al di fuori dell’ Associazione Culturale Valbormida Viva e certo sfondo una porta aperta nel dire che era una persona di rara correttezza e sempre disponibile, tanto da essere colpito dalla sua malattia mentre era al volante di un automezzo della Croce Rossa di cui era attivo volontario; quello di cui sono particolarmente orgoglioso è di avere contribuito a gestire un Associazione, fondata anche da Renzo Fontana a cui Mario era profondamente legato, in cui si è trovato indubitabilmente bene per tanti anni, e che almeno durante i suoi anni è stata trasparente, onesta, coesa, senza alcun scontro personale per visibilità, proprio come dovrebbero essere le libere Associazioni, vera base e sale della Democrazia.

La scomparsa di Mario ha lasciato un vuoto profondo nella nostra organizzazione ma avremo un motivo morale in più per curare e mantenere per quanto ci sarà possibile il materiale a Lui affidato per anni e per usare il WEB con il quale per la prima volta le sue memorie e questo scritto a lui dedicato sarà raggiungibile da ogni angolo del pianeta, come lui voleva fosse fatto per i nostri documenti e le nostre idee e vicende nei sui ultimi mesi di vita.

Mombarcaro, domenica 27 novembre 2005

Il Presidente pro-tempore dell’ Associazione Culturale Valbormida Viva ed amico di Mario Bertola: Ilvo Barbiero
Anche a nome di tutti gli altri Associati.
P.S.:

Mario aveva espresso in vita il desiderio di non avere fiori al Suo funerale. Così noi associati e la sua Famiglia abbiamo destinato offerte a coprire una parte dei costi per realizzare il sito/blog con le memorie di Mario e quello dell’ Associazione, nonché per catalogare nuovo materiale del “Centro di Documentazione Patrizio Fadda”.
Mario mi aveva espressamente chiesto, già quando aveva cominciato a scriverle, di rivedere le sue memorie e di apportare eventuali miglioramenti nella forma, e così è si cercato di fare nel modo migliore possibile.
La fotografia di Mario in testa alle sue memorie è stata scattata nel nostro Centro di Documentazione, nel Comune di Monesiglio.
La fotografia posta in testa alla presente lettera è relativa all’ opera in ferro battuto rappresentante lo stabilimento dell’ ACNA di Cengio, realizzata da Mario per la nostra Associazione.

Le sue memorie ci sono state donate dalla famiglia di Mario con il permesso di pubblicarle sul WEB perché siano rese note e diffuse il più possibile. Per qualsiasi citazione, diffusione, utilizzo di qualunque tipo ne venga fatto, è comunque obbligatorio citare l’ autore, Mario Bertola, e la fonte, sito/blog realizzato dall’ Associazione Culturale Valbormida Viva.
Grazie anche ai potenti programmi ora disponibili, cureremo prossimamente anche la traduzione in inglese e a seguire in cinese e nella lingua di altri Stati nei quali ora i contadini protestano nelle piazze con i loro trattori contro l’ inquinamento dei fiumi.